la Giustiziapunto beige piccolo introduzione

nel libro

punto beige (cornici di) marche tip.

punto beige cornici architettoniche

punto beige riquadri e medaglioni

punto beige testatine ecc.

punto beige piccolo testatine (1), (2)
punto beige piccolo finalini
punto beige piccolo capilettera

punto beige antiporte e front. inc.

l'immagine

attributi

punto beige la bilancia e la spada

punto beige piccolo storia (1), (2), (3)

punto beige la benda (1), (2), (3)

punto beigelibri

punto beigealtro


"persona"

punto beige figura femminile

punto beige bambini

punto beige assente: soli attributi



varie:

mano, occhio
triangoli (1), (2)
simmetria
Hypnerotomachia


bibliografia

ringraziamenti


[a cura di a.l.]

gli Emblemi di Alciati

ritr. di A. Alciati inciso da Cornelis Cort Andrea Alciati nasce nel 1492 a Alzata, nei pressi di Milano. Studia a Milano, Pavia, Bologna e Ferrara dove si laurea dottore in legge. Dal 1518 insegna diritto a Avignone, dal 1522 a Milano; nel 1529 è -- su invito del re francese Francesco I -- all'università di Bourges. Dal 1534 torna a insegnare in Italia: a Pavia, Bologna, Ferrara e di nuovo a Pavia, dove muore nel 1550.

La grande fama di cui, ancora giovane, gode in tutta Europa è legata principalmente alla sua opera di giurista. Ma un'enorme successo ebbe anche l'Emblematum liber, nato, all'origine, come una serie di epigrammi.

In ognuno di essi, scrive Alciati in una lettera del 9 gennaio 1523 a Francesco Giulio Calvo,

descrivo qualcosa che, tratto dalla storia o dalla natura, significa elegantemente, e dal quale pittori, orefici e chi lavora i metalli possano trarre quelli che chiamiamo scudi [lat.: "scuta"] e che fissiamo sui nostri copricapi, o usiamo come insegne, come l'Ancora di Aldo, la Colomba di Frobenio e l'elefante di Calvo [...].

Nella dedicatoria del libro a Konrad Peutinger, Alciati ripeterà di avere composto i suoi emblemi come modelli per una spilla da portare sul vestito o per uno scudo da fissare al cappello ("Haec nos festivis Emblemata cudimus horis [...] Vestibus ut torulos, petasis ut figere parmas").

Fin dalla prima edizione dell'opera, stampata da Steyner a Augsburg nel 1531 indipendentemente dalla volontà dell'autore, ai versi latini di Alciati si uniscono delle immagini. Una per ogni testo.

Si viene così a stabilire quello che diventerà poi lo schema fisso del genere con le tre parti canoniche dell'emblema: per primo il titolo, seguito dall'immagine e quindi dal testo, generalmente in versi.

Nel giro di pochi anni si moltiplicano edizioni e traduzioni nelle principali lingue europee. Ancora oggi, al di fuori dell'ambito degli specialisti di storia del diritto e del pensiero giuridico, Alciati è ricordato soprattutto per i suoi Emblemi.

La fortuna di questo mix di componenti verbali e visive, con il gioco che si istituisce tra immagine e concetto, rientra in un ambito più largo che comprende la voga rinascimentale delle imprese, delle medaglie, delle stesse marche tipografiche citate come esempio da Alciati nella lettera a Calvo. Sullo sfondo il modello degli Hieroglyphica di Horapollo.

vedi anche:

punto beige le diverse edizioni degli Emblemata, in varie lingue, comprese nella sezione dedicata a Alciati dell'University of Glasgow Emblem Website
punto beige la Memorial web edition degli Emblemata, curata dalla Memorial University of Newfoundland, che comprende l'edizione padovana del 1621 arricchita da una traduzione inglese, note e commenti vari
punto beige anche fra i testi di BnF/Gallica figurano, in formato pdf, diverse edizioni degli Emblemata
punto beige una pagina dell'edizione Macé-Bonhomme del 1551, che presenta il testo originale latino, è riprodotta qui nella sezione dedicata alla benda della Giustizia
punto beige un'altra immagine del ritratto inciso da Cornelis Cort
punto beige un altro ritratto di Alciati, inciso da Giovanni Paolo Bianchi, in un libro del Fondo antico della biblioteca